Domande a partire dal 21 settembre 2022 per le imprese e i centri di ricerca di natura pubblica o privata, anche in forma congiunta tra di loro, che intendono realizzare progetti di ricerca e innovazione tecnologica.
Gli interventi promossi dalle imprese saranno finanziati dal fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things, istituito dal ministero dello Sviluppo economico con una dotazione iniziale di 45 milioni di euro.
Possono presentare domanda per l’intervento agevolativo in questione le imprese che esercitano attività di impresa, con particolare riferimenti ai soggetti facenti parte dei settori strategici prioritari, quali ad esempio il settore dell’industria e manifatturiero, della cultura e del turismo, della sicurezza e delle tecnologie dell’informazione, dell’agroalimentare, dell’ambiente e delle infrastrutture, della salute, dall’aerospazio, della logistica e della mobilità e, infine, del sistema educativo. Rientrano tra i beneficiari anche gli organismi di ricerca e le grandi imprese, purché nel ruolo di capofila e/o di co-proponenti, soltanto nell’ambito di un progetto che preveda una collaborazione effettiva con le PMI beneficiarie.
I progetti ammissibili devono prevedere la realizzazione di particolari attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e innovazione di processo e dell’organizzazione, finalizzate al sostegno e allo sviluppo delle tecnologie impiegate nell’intelligenza artificiale, nella blockchain e internet of things.
Tali interventi devono essere realizzati nell’ambito di una unità produttiva ubicata sul territorio nazionale ed essere iniziati successivamente alla data di presentazione della domanda di agevolazioni. Devono essere di durata complessiva compresa tra i 24 mesi e i 30 mesi. È possibile una proroga di sei mesi al termine di ultimazione del progetto. L’ammontare delle voci di spesa non deve essere né superiore a 2 milioni né inferiore a 500mila euro.
I contributi sono concessi nel rispetto del Regolamento “de minimis” e del regolamento Gber secondo diverse intensità massime di aiuto, equiparate alle attività intraprese e alla dimensione aziendale. Per le attività di ricerca industriale, le percentuali si attestano al 50% per le grandi imprese e per gli organismi di ricerca, fino al 70% per le micro e piccole imprese.
Percentuali più basse sono previste per le attività di sviluppo sperimentale, partendo dal 25% cento le grandi imprese e gli organismi di ricerca, fino al 45% per micro e piccole imprese.
Per le attività appena citate, fermo restando il limite dell’intensità massima di aiuto pari all’80%dei costi ammissibili, è riconosciuta a ciascun partecipante una maggiorazione pari al 15% in presenza di progetti che prevedono una collaborazione effettiva tra imprese, di cui una almeno Pmi e tra un’impresa e uno o più organismi di ricerca.
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