Va in porto senza modifiche la maggiorazione del credito di imposta per gli investimenti in beni immateriali 4.0 effettuati nel 2022.
L’articolo 21 del Dl 50/2022 ha incrementato dal 20% al 50% la misura dell’agevolazione prevista per gli investimenti in software con le caratteristiche Industria 4.0 (allegato B della legge 232/2016) effettuati nell’intero anno 2022, nonché fino al 30 giugno 2023, laddove, entro il prossimo 31 dicembre, venga confermato l’ordine al fornitore e pagato un acconto non inferiore al 20% del costo.
La nuova percentuale si inserisce all’interno di una disposizione che prevede un unico periodo temporale che va dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2023 (e coda al primo semestre 2024 per le prenotazioni del 2023) nel quale si applica un tax credit del 20% con un tetto di spesa annuale di 1 milione.
L’agevolazione riguarda, oltre che i beni immateriali indicati nell’allegato B) alla legge 232/2016, le spese sostenute per servizi relativi all’utilizzo dei beni stessi mediante soluzioni con risorse di calcolo condivise e connesse («cloud computing»).
Nessuna modifica subiscono invece gli incentivi per gli investimenti in beni materiali 4.0 (allegato A alla legge 232/2016). Chi ha “prenotato” i beni entro il 2021, può usufruire dei più vantaggiosi crediti del comma 1056 della legge 178/2020 (50% fino a 2,5 milioni, 30% tra 2,5 e 10 milioni; 10% tra 10 e 20 milioni) effettuando gli investimenti fino al 31 dicembre 2022 (termine fissato dal milleproroghe).
C’è tempo fino al 31 dicembre prossimo anche per completare gli investimenti in beni materiali e immateriali “ordinari” (cioè non 4.0) prenotati (ordine e acconto del 20%) entro il 2021, sfruttando la percentuale di credito di imposta del 10% anziché quella ridotta del 6% valida per il 2022 e il primo semestre 2023.
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