La recente approvazione della norma da parte della Camera, che limita l’omologazione forzosa della transazione fiscale e contributiva nell’accordo di ristrutturazione dei debiti, rappresenta un importante sviluppo nelle procedure di ristrutturazione aziendale in Italia. Questa norma pone limiti specifici al cosiddetto “cram down fiscale” retroattivo e stabilisce criteri chiari che devono essere soddisfatti affinché la transazione possa essere omologata dal tribunale senza l’adesione del Fisco e degli enti previdenziali.
I principali requisiti per l’omologazione della transazione fiscale e contributiva sono i seguenti:
- Convenienza per i creditori pubblici rispetto alla liquidazione giudiziale: La transazione deve essere conveniente per i creditori pubblici rispetto alla liquidazione giudiziale dell’azienda. In altre parole, deve essere dimostrato che l’accordo di ristrutturazione offra un vantaggio economico maggiore rispetto alla procedura di liquidazione legale dell’azienda.
- Percentuali dei crediti oggetto dell’accordo: Affinché la transazione possa essere omologata, il piano di risanamento deve raggiungere determinate percentuali dei crediti oggetto dell’accordo. Queste percentuali sono fissate al 60% o al 30% dei crediti, a seconda dei casi.
- Natura non liquidatoria del piano di risanamento: Un requisito fondamentale è che il piano di risanamento non abbia natura liquidatoria. Ciò significa che l’obiettivo principale del piano non dovrebbe essere la liquidazione dell’azienda, ma piuttosto il suo rilancio e la sua continuità operativa.
- Soddisfacimento dei crediti tributari e contributivi: Nel piano di risanamento, è richiesto che il soddisfacimento dei crediti tributari e contributivi sia almeno pari a una determinata percentuale. Questa percentuale non è specificata nell’informazione fornita, ma rappresenta un importante criterio per l’omologazione.
L’obiettivo di questa norma è quello di bilanciare la necessità di consentire alle imprese in difficoltà di ristrutturarsi e rimanere operative con la protezione degli interessi dei creditori pubblici, compresi il Fisco e gli enti previdenziali. La norma offre un quadro più chiaro e restrittivo per l’omologazione delle transazioni fiscali e contributive nell’ambito degli accordi di ristrutturazione dei debiti, al fine di garantire che tali accordi siano equi ed equilibrati per tutte le parti coinvolte.
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