Con il via libera definitivo della Camera dei deputati alla legge di bilancio 2024, approvata dal Consiglio dei ministri il 16 ottobre 2023, si conclude l’iter di approvazione da parte del Parlamento.
I principali interventi previsti nell’ambito della manovra sono diretti in gran parte al sostegno dei redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti, ad interventi in favore delle famiglie numerose e alla natalità, al rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, al rifinanziamento della spesa sanitaria e al potenziamento degli investimenti pubblici e privati.
Nel corso del passaggio parlamentare è stato confermato l’impianto della legge di bilancio che, a seguito di alcune modifiche apportate al Senato, ha registrato anche un miglioramento di tutti i saldi di finanza pubblica.
L’ammontare complessivo delle risorse stanziate con la legge di bilancio e il decreto legislativo che avvia la riforma fiscale è di circa 28 miliardi di euro, di cui oltre la metà destinati, in particolare, a interventi a sostegno dei redditi medio-bassi che beneficeranno del rinnovo del taglio cuneo fiscale e contributivo (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro) e dell’accorpamento delle prime due fasce delle aliquote Irpef (23% fino a 28 mila euro).
In favore delle famiglie sono state introdotte misure per le madri lavoratrici, dall’esonero dei contributi previdenziali per le donne con due o più figli al potenziamento del bonus asilo nido. Prevista anche la possibilità per le famiglie numerose di accedere al Fondo garanzia mutui per l’acquisto della prima casa, nonché la detassazione dei fringe benefit fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli.
A sostegno delle persone con redditi bassi confermati anche il contributo del bonus sociale elettricità e la carta “Dedicata a te”, mentre sul fronte pensioni sono state prorogate, con alcune rivisitazioni, Quota 103, Ape sociale e Opzione donna.
Per le imprese stanziati 1,3 miliardi per l’agevolazione “più assumi meno paghi” che incentiva a nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani, donne ed ex percettori del reddito di cittadinanza. Finanziati anche il credito d’imposta per gli investimenti nella ZES unica del Mezzogiorno, la Nuova Sabatini e i Contratti di sviluppo.
Tra le altre misure approvate la diminuzione del canone Rai, da 90 a 70 euro, il programma di finanziamento per realizzare il Ponte sullo Stretto e la riforma delle garanzie pubbliche per favorire gli investimenti strategici sul green e digitale.
Le principali misure
TAGLIO CUNEO FISCALE
Circa dieci miliardi sono destinati al rinnovo nel 2024 del taglio del cuneo fiscale-contributivo: 7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro.
RIFORMA ALIQUOTE IRPEF
Per il 2024 gli scaglioni IRPEF si riducono da quattro a tre con l’accorpamento dei primi due. Fino a 28 mila euro l’aliquota sarà al 23% (la misura è finanziata con 4,3 miliardi).
Inoltre si amplia fino a 8.500 euro la soglia della no tax area.
La contemporanea applicazione della riduzione del cuneo contributivo e della nuova aliquota Irpef avrà l’effetto di rafforzare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino 1.298 euro annui.
RINNOVO CONTRATTI PA
Stanziati 3 miliardi per il 2024 e 5 miliardi dal 2025 per i rinnovi dei contratti della pubblica amministrazione, a cui si aggiungono le ulteriori risorse per il personale medico sanitario e per i comparti sicurezza e difesa.
SANITÀ
Per la sanità previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi nel 2024, 4 miliardi nel 2025 e 4,2 miliardi dal 2026. Parte di queste risorse sono destinate, tra l’altro, al rinnovo dei contratti del personale e per l’indennità a medici e sanitari impegnati nella riduzione dei tempi delle liste di attesa.
Per il potenziamento dell’assistenza territoriale e per le nuove assunzioni di personale sanitario vengono stanziate risorse pari a 250 milioni di euro nel 2025 e 350 milioni di euro dal 2026.
FAMIGLIE E BONUS NATALITÀ
1 miliardo per misure in favore delle famiglie e per la natalità.
Confermata la carta “Dedicata a te” con uno stanziamento di 600 milioni di euro per l’acquisto di beni di prima necessità e di carburanti.
Rifinanziato con 280 milioni di euro il Fondo di garanzia per mutui prima casa destinato ai giovani under 36 e alle famiglie numerose.
Prorogato, per il primo trimestre 2024, il contributo straordinario per il caro energia destinato ai beneficiari del bonus sociale elettricità (200 milioni di euro).
Prorogata fino a febbraio 2024 anche l’Iva al 10% sull’acquisto di pellet.
Prevista una decontribuzione per le madri lavoratrici con figli con l’esonero totale dei contributi previdenziali (per un massimo di 3.000 euro l’anno) per un anno per le donne con due figli (fino all’età di 10 anni del più piccolo) e, in via sperimentale, per tre anni per quelle che hanno 3 o più figli (fino ai 18 anni del più piccolo).
Rafforzato il bonus asili nido.
LAVORO
Confermata la detassazione dei premi produttività al 5%.
Per i fringe benefit, che si potranno usare per pagare le utenze domestiche, affitto e interessi sul mutuo, viene rivista la soglia di esenzione: fino a 1.000 euro per tutti e fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli.
Detassazione del lavoro notturno e festivo per i dipendenti di strutture turistico-alberghiere.
IMPRESE
Più assumi meno paghi: maggiori deduzioni, dal 120% fino al 130%, per assunzioni a tempo indeterminato di giovani, donne, lavoratori di categorie svantaggiate ed ex percettori del reddito di cittadinanza. Previsti 1,3 miliardi per finanziare l’agevolazione.
Stanziati 1,8 miliardi per il credito di imposta delle imprese che investono in beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nella ZES unica del Mezzogiorno. Previste risorse aggiuntive anche per i Contratti di sviluppo, la Nuova Sabatini e il fondo crescita sostenibile.
Rinviata fino al 1 luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax.
Le imprese sono tenute a stipulare polizze assicurative a copertura dei rischi derivanti da catastrofi e calamità naturali.
PENSIONI
Prorogati per tutto il 2024, con alcune rivisitazioni, gli strumenti di anticipo pensionistico già esistenti: Quota 103, Ape sociale e Opzione Donna. Rinnovato il Bonus Maroni, l’incentivo che prevede una decontribuzione di circa il 10% per chi decide di rimanere al lavoro.
Per l’anticipo pensionistico con Quota 103 rimangono i requisiti di 62 anni d’età e 41 di contributi, ma viene rivisto il ricalcolo dell’assegno che avverrà interamente con il metodo contributivo. Per l’anticipo pensionistico Ape sociale è previsto un incremento del requisito anagrafico da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Sale di un anno, a 61 anni, anche la soglia per l’accesso a Opzione Donna (che con un figlio scende a 60 e con due o più figli a 59).
Garantiti i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023 e le pensioni di vecchiaia di medici, personale sanitario, dipendenti di enti locali, ufficiali giudiziari e maestri a cui non si applicherà la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali che invece sono previste per coloro che anticipano l’uscita dal lavoro (per i medici e sanitari previsto un meccanismo di tutela).
Per il 2024 confermato il meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione che tutela le pensioni più basse.
RAI
Diminuisce il canone Rai in bolletta che passa da 90 a 70 euro all’anno. Prevista una integrazione del finanziamento della Rai per le spese relative agli investimenti (430 milioni per il 2024).
ISTRUZIONE
Incrementate, con 36 milioni, le risorse per l’erogazione delle borse di studio per gli studenti.
Istituito il Fondo per l’Erasmus italiano con un investimento totale di 10 milioni.
CULTURA
Cambia il tax credit per il cinema: la percentuale di spesa su cui applicare il credito d’imposta per le opere cinematografiche e audiovisive rimane al 40% ma vengono rivisti i parametri per rendere il sistema più efficiente e sostenibile con l’obiettivo di incentivare le produzioni di qualità. La misura prevede una rimodulazione dell’aliquota che può decrescere in relazione alle spese agevolabili e alle dimensioni delle imprese o gruppi di imprese.
INFRASTRUTTURE
Finanziata la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina con 11,6 miliardi di euro dal 2024 al 2032 (9,3 miliardi a carico del bilancio dello Stato e 2,3 miliardi dal Fondo di sviluppo e coesione, di cui 1,6 miliardi a valere sui bilanci regionali di Calabria e Sicilia).
Previsti anche diversi investimenti a vantaggio delle regioni (50 milioni), enti territoriali (per la progettazione 100 milioni) e amministrazioni centrali (circa 27 miliardi nel periodo 2024-2038).
AUTONOMIE
Stanziati circa 2,5 miliardi nel triennio 2024-2026 a beneficio degli enti territoriali per finanziare intese con autonomie speciali, riequilibrio strutturale dei comuni che hanno sottoscritto ripiani per i disavanzi e contrastare lo spopolamento.
INVESTIMENTI E GARANZIE PUBBLICHE
Approvato il piano Archimede che riforma la gestione delle garanzie pubbliche con l’obiettivo di favorire gli investimenti, anche sociali, che garantiscano un alto valore aggiunto come quelli nelle infrastrutture strategiche e per la transizione tecnologica, verde e digitale delle imprese.
L’obiettivo è trasformare le garanzie in leve per investimenti fortemente addizionali e per coinvolgere gli investitori privati.
FISCO
Global minimum tax al 15% per i gruppi multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro.
Reshoring: a imprese e attività produttive che ritornano a investire in Italia riduzione del 50% delle imposte sui redditi.
Impatriati: dal 2024 riconosciuto un nuovo regime agevolato, tassazione del 50%, per i lavoratori dipendenti o autonomi con requisiti di elevata qualificazione e specializzazione. Sale dal 50% al 60% l’agevolazione per i lavoratori che rientrano in Italia dall’estero con figli. Per professori e ricercatori continua ad applicarsi il vecchio regime agevolativo.
ALTRI INTERVENTI
Rifinanziate le spese indifferibili, tra cui “strade sicure”, gli aiuti all’Ucraina e le missioni internazionali.
La cedolare secca sugli affitti brevi, nel caso un proprietario affitti più immobili, aumenta al 26% a partire dal secondo immobile in locazione. Sul primo immobile resta l’aliquota al 21%.
Stanziati 40 milioni di euro per un pacchetto di interventi contro la violenza sulle donne. Le risorse andranno a finanziare il reddito di libertà, i centri antiviolenza, la prevenzione e la formazione degli operatori.
100 milioni di euro per progetti di edilizia residenziale pubblica per il contrasto al disagio abitativo.