Maggior reddito imputato ai soci in caso di illeciti degli amministratori

 

La Corte di Cassazione ha chiarito che il maggior reddito attribuito a una società in accomandita semplice (Sas), derivante da reati commessi dagli amministratori, deve essere tassato per trasparenza in capo a tutti i soci, anche se estranei agli illeciti. L’ordinanza n. 334 depositata l’8 gennaio 2025 ha ribadito la legittimità di questa impostazione normativa, con implicazioni rilevanti per i soci di società di persone.

Il contesto

Nelle società di persone, il reddito prodotto non è riferito alla società come soggetto fiscale autonomo, ma direttamente ai soci in proporzione alle loro quote di partecipazione. Questo principio, confermato dalla giurisprudenza costituzionale, implica che ogni socio è fiscalmente responsabile dei risultati economici dell’attività sociale, indipendentemente dal proprio coinvolgimento nella gestione.

La decisione della Cassazione si inserisce in un quadro normativo che prevede la tassazione per trasparenza delle società di persone. Questo sistema, basato sull’immedesimazione tra società e soci, si applica anche in caso di illeciti compiuti dagli amministratori, come l’uso di fatture per operazioni inesistenti.

Il caso esaminato

Il caso analizzato riguardava una Sas oggetto di un accertamento fiscale basato su reati penali imputati agli amministratori, quali l’utilizzo di fatture false. L’accertamento, divenuto definitivo per mancata impugnazione, ha comportato l’attribuzione del maggior reddito ai soci, inclusi quelli estranei alle condotte illecite.

Un socio accomandante ha contestato l’accertamento su due basi:

  1. Mancata dimostrazione che il maggior reddito fosse stato da lui percepito.
  2. Inapplicabilità del raddoppio dei termini per l’accertamento a soci non coinvolti penalmente.

La Suprema Corte ha rigettato entrambe le eccezioni, sottolineando che i soci di società di persone hanno il diritto e il dovere di esercitare un controllo sugli affari sociali, rendendo irrilevante la distinzione tra amministratori e altri soci per quanto riguarda la tassazione del reddito.

Implicazioni

La Corte ha stabilito che:

  • Il maggior reddito derivante da un illecito amministrativo è legittimamente attribuibile ai soci pro quota, in quanto parte dell’attività economica della società.
  • Il raddoppio dei termini per l’accertamento, previsto in caso di denuncia penale, si applica a tutti i soci, indipendentemente dal loro coinvolgimento nei reati.

Questo approccio rafforza l’idea che l’ingresso in una società di persone comporti una responsabilità fiscale condivisa, anche in situazioni di irregolarità gestionali. I soci danneggiati possono agire in rivalsa contro gli amministratori colpevoli, ma ciò non annulla gli effetti dell’accertamento.

 

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