Partecipazione dei lavoratori agli utili: leva strategica per imprese che guardano al futuro

Nel maggio 2025 è stata approvata in via definitiva la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili dell’impresa, attuazione dell’articolo 46 della Costituzione. La normativa non impone obblighi, ma introduce un sistema facoltativo di partecipazione che le imprese possono adottare tramite contrattazione collettiva, con implicazioni significative anche in termini di governance strategica e clima aziendale.

L’impianto della legge si basa su quattro direttrici: partecipazione gestionale, economico-finanziaria, organizzativa e consultiva. Tutte si fondano su una logica volontaristica e sull’iniziativa contrattuale, in coerenza con l’approccio strategico alla valorizzazione delle risorse umane.

Partecipazione gestionale: governance aperta ai lavoratori

L’inserimento dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione o di sorveglianza (a seconda del modello societario) è previsto solo laddove ciò sia stabilito da contratti collettivi aziendali o territoriali e recepito negli statuti. Nessun automatismo, ma una possibilità concreta per le aziende che intendano valorizzare le competenze interne anche nei processi decisionali strategici. In questa ottica, l’inserimento di figure interne nei CDA potrebbe rappresentare un asset differenziante nella gestione del cambiamento e nella costruzione di un vantaggio competitivo sostenibile.

Partecipazione organizzativa: il valore delle competenze trasversali

Due gli strumenti principali previsti dalla legge:

  • la costituzione di commissioni paritetiche dedicate a tematiche strategiche (formazione, welfare, qualità, parità di genere, sostenibilità);

  • l’inserimento formale di “referenti” su tematiche specifiche all’interno degli organigrammi aziendali, sempre tramite contrattazione collettiva.

In entrambi i casi, si tratta di meccanismi che favoriscono il dialogo costruttivo e la co-progettazione, rafforzando l’engagement e la capacità delle imprese di gestire la complessità.

Partecipazione consultiva: procedura codificata, impatto diretto sulle scelte aziendali

Anche la partecipazione consultiva passa attraverso le commissioni paritetiche. Laddove non diversamente previsto dai contratti collettivi, la legge definisce tempistiche, ambiti e modalità della consultazione preventiva su decisioni aziendali rilevanti. Un’opportunità per formalizzare prassi di confronto e rendere più fluida l’interazione tra direzione e rappresentanze interne, riducendo conflittualità e tempi decisionali.

Partecipazione economico-finanziaria: leva fiscale temporanea per l’anno 2025

Due le novità più rilevanti sul fronte della partecipazione agli utili:

  • l’innalzamento a 5.000 euro (per il solo 2025) del limite dell’importo assoggettabile a imposta sostitutiva del 5%, a condizione che la quota distribuita ai lavoratori sia almeno pari al 10% degli utili d’esercizio e che sia prevista da un contratto collettivo aziendale o territoriale;

  • l’esenzione IRPEF al 50% sui dividendi delle azioni assegnate in sostituzione dei premi di risultato, entro il limite di 1.500 euro annui, applicabile solo nel 2025.

Due misure di impatto fiscale contenuto, ma che possono rivelarsi strategiche per aziende orientate alla fidelizzazione del personale e alla condivisione dei risultati. È ragionevole ipotizzare che il loro vero effetto dipenderà dalla volontà di prorogarli o integrarli in strumenti strutturali.

Esempio pratico 1: partecipazione nella governance societaria

Una media impresa manifatturiera lombarda, con 130 dipendenti, inserisce un rappresentante dei lavoratori nel proprio consiglio di sorveglianza. Il rappresentante, selezionato con criteri di competenza, partecipa alle valutazioni su investimenti e riorganizzazione produttiva. L’apertura alla partecipazione ha un impatto positivo sul clima aziendale, riduce il turnover e migliora la percezione dell’azienda presso stakeholder e investitori.

Esempio pratico 2: distribuzione utili con agevolazione fiscale

Un’impresa tecnologica con 40 dipendenti decide, in sede di contrattazione aziendale, di destinare il 12% degli utili netti 2024 a favore dei dipendenti sotto forma di bonus. Il bonus (fino a 5.000 euro lordi a persona) beneficia dell’aliquota sostitutiva del 5%. Il riconoscimento rafforza l’adesione al progetto aziendale e contribuisce a trattenere profili chiave.

Conclusione: un’opportunità per imprese orientate alla sostenibilità organizzativa

Il nuovo quadro normativo non impone nulla ma apre uno spazio di opportunità per le imprese più avanzate. In un contesto in cui la retention dei talenti e la sostenibilità sociale delle strategie d’impresa diventano determinanti, strumenti come la partecipazione agli utili e alla gestione rappresentano leve concrete. Soprattutto se gestiti con metodo, trasparenza e nel quadro di una contrattazione collettiva evoluta.

Chiedi informazioni

Condividi :

lavoro

23 Mag 2025

Autoimprenditorialità giovanile e assunzioni strategiche: come trasformare gli incentivi del Decreto Coesione in vantaggio competitivo

lavoro

19 Mag 2025

Certificazione della parità di genere: incentivi strategici per le PMI lombarde

lavoro

19 Mag 2025

Bonus giovani under 35: guida strategica per le imprese

CERCA