I liberi professionisti, in base alla legge di Stabilità del 2016, sono tra i destinatari dei fondi europei 2014-2020 in quanto qualificati come Pmi dalla disciplina Ue.
La disciplina europea classifica i liberi professionisti come piccole e medie imprese in quanto esercenti un’attività economica, e non fa distinzioni tra chi è iscritto a un Albo o a un’Associazione e tra chi non ha alcuna “appartenenza”.
Per questo è illegittimo prevedere nei programmi e nei bandi requisiti tesi a restringere arbitrariamente la platea dei professionisti – Pmi.
La legge 12 specifica che le professioni non organizzate in Ordini possono essere esercitate in forma individuale, associata o societaria o anche nella forma del lavoro dipendente.
Le associazioni hanno natura privatistica, senza poter vantare una rappresentanza esclusiva.
Da qui l’illegittimità di limitazioni e di requisiti esorbitanti.
La nota del direttore dell’Agenzia per la coesione territoriale è accolta con soddisfazione da Confprofessioni, Acta , Confassociazioni e Alta partecipazioni.
Con un comunicato congiunto, le espressioni dei sindacati delle professioni ordinistiche, delle partite Iva e di una parte delle “libere” associazioni chiedono ora alle Regioni di eliminare le restrizioni per i lavoratori autonomi.