Quando conviene il concordato preventivo: ricavi prevedibili o entrate una tantum

 

Il concordato preventivo biennale previsto per il biennio 2024-2025 può offrire vantaggi fiscali significativi a determinate categorie di contribuenti, ma richiede una valutazione attenta delle condizioni personali e professionali. Questo strumento, pensato per stabilire un accordo con il Fisco basato su un reddito predefinito per due anni, può risultare particolarmente vantaggioso in situazioni dove il reddito futuro è prevedibile o si presentano entrate straordinarie.

Chi Può beneficiare

Alcuni contribuenti sono in una posizione ideale per trarre vantaggio dal concordato preventivo. Tra questi:

  • Società immobiliari: Con canoni di locazione già pattuiti in aumento per il 2025, queste società possono prevedere con precisione i ricavi futuri, rendendo il concordato una scelta strategica per fissare una base imponibile inferiore rispetto al reddito effettivo.
  • Professionisti con compensi straordinari: Un professionista che prevede di incassare un compenso significativo per un progetto una tantum può beneficiare della riduzione dell’imposta sul reddito concordato, specialmente se il compenso straordinario supera la base concordata.
  • Ex dipendenti che avviano un’attività autonoma: Coloro che, dopo aver chiuso un rapporto di lavoro dipendente, iniziano a lavorare come liberi professionisti con partita IVA, potrebbero sfruttare il concordato per ottenere un risparmio fiscale significativo.

Vantaggi e rischi

  1. Blocco delle tasse: Uno dei maggiori vantaggi è la possibilità di “bloccare” le tasse per due anni. Questo significa che se il reddito effettivo supera quello concordato, il contribuente non dovrà pagare tasse aggiuntive su quel reddito eccedente, garantendo una certa stabilità fiscale
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