Rating di legalità: leva strategica per credito, reputazione e vantaggio competitivo

Nella crescente complessità dei mercati e nella selettività dell’accesso al credito, il rating di legalità si configura come uno strumento chiave per distinguersi, attrarre capitali, vincere gare pubbliche e rafforzare l’immagine d’impresa. A richiamare il valore pratico e strategico di questo strumento è il documento congiunto di Consiglio e Fondazione nazionale dei commercialisti: “Il rating di legalità per la selezione delle imprese nel mercato”.

Cos’è il rating di legalità

Introdotto nel nostro ordinamento con l’obiettivo di premiare le imprese virtuose, il rating di legalità è attribuito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e rappresenta un indicatore sintetico del rispetto di elevati standard etico-legali. Il punteggio, che varia da una a tre “stellette”, è riconosciuto formalmente:

  • nelle relazioni bancarie (condizioni agevolate di finanziamento),

  • nell’accesso ai bandi pubblici,

  • nell’assegnazione di fondi e contributi statali e regionali.

Requisiti e vantaggi

Per ottenere il rating, l’impresa deve essere in attività da almeno due anni, avere sede operativa in Italia e rispettare una serie di criteri previsti dalla normativa vigente, tra cui assenza di condanne penali, rispetto delle normative tributarie e contributive, tracciabilità dei pagamenti e presenza di modelli organizzativi 231.

I benefici si traducono in:

  • Accesso semplificato e prioritario a bandi pubblici,

  • Condizioni migliorative nei rapporti bancari (rating interno della banca),

  • Riconoscibilità sul mercato come impresa affidabile e conforme,

  • Vantaggio competitivo reputazionale che influenza anche le scelte dei consumatori e dei partner.

Interconnessioni con la governance e i controlli interni

Il documento dei commercialisti evidenzia come una corretta interazione tra sistemi di controllo interni e rating di legalità possa valorizzare la governance aziendale, segnalando una gestione attenta al rischio e alla compliance. È un approccio che integra finanza, diritto, organizzazione e comunicazione, e che può essere guidato efficacemente da un advisor strategico.

Due esempi concreti

  1. PMI del settore manifatturiero (Lombardia): grazie all’ottenimento del rating di legalità, ha potuto accedere a un finanziamento agevolato con garanzia pubblica, beneficiando di uno spread ridotto del 30% rispetto al tasso di mercato, migliorando contestualmente la sua immagine agli occhi di nuovi clienti esteri.

  2. Società di servizi tecnologici (Emilia-Romagna): in fase di partecipazione a una gara regionale per servizi digitali, ha potuto ottenere un punteggio premiale del 5% proprio grazie al possesso del rating. L’adozione preventiva di un modello 231 e l’attività di formazione interna sul codice etico sono state decisive per l’accreditamento.

Il ruolo strategico dei commercialisti

Il rating non è un mero adempimento formale. Richiede una progettualità chiara e una ricognizione completa dei processi aziendali. In questo contesto, il ruolo dei commercialisti, e in particolare di uno studio come Beneggi e Associati, si estende oltre il perimetro contabile e fiscale, diventando una guida nella costruzione della compliance e nella valorizzazione della trasparenza d’impresa. La consulenza strategica in materia di governance, risk management e sostenibilità rafforza il profilo reputazionale e apre le porte a nuove opportunità di finanziamento e sviluppo.

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