Negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza hanno intensificato i controlli su una pratica diffusa in alcuni settori lavorativi particolarmente intensivi, come la ristorazione collettiva, i multiservizi e la grande distribuzione: la riqualificazione dei contratti di appalto di servizi in contratti di somministrazione illecita di manodopera.
Questa pratica comporta gravi conseguenze fiscali per i committenti, inclusa l’indetraibilità dell’IVA e l’indeducibilità ai fini IRAP delle spese per il personale.
La somministrazione illecita di manodopera si verifica quando le aziende, per ridurre i costi, esternalizzano servizi a società cooperative o consorzi, i quali di fatto forniscono manodopera piuttosto che servizi completi. L’indagine fiscale si concentra sul verificare se i lavoratori sono sempre gli stessi, nonostante il cambio frequente del fornitore ufficiale, indicativo di un’artificiosa rotazione di società.
Le Procure e gli uffici dell’Amministrazione finanziaria indagano l’integrità e la continuità di tali pratiche, cercando di identificare schemi fraudolenti e artificiosi:
Se l’attività investigativa porta a ritenere che vi sia stata una somministrazione illecita, ne consegue l’emissione di fatture giuridicamente o soggettivamente false, portando all’indetraibilità dell’IVA e all’indeducibilità dei costi per personale ai fini IRAP.
Per dimostrare la propria diligente selezione dei fornitori e proteggersi da possibili sanzioni, i committenti dovrebbero adottare le seguenti strategie:
Affrontare la somministrazione illecita richiede una vigilanza costante e un approccio proattivo nella gestione dei contratti di appalto. Attraverso un’attenta selezione e monitoraggio dei fornitori, i committenti possono non solo evitare pesanti sanzioni fiscali ma anche contribuire a una maggiore trasparenza e legalità nel mercato del lavoro. La cooperazione con le autorità e la trasparenza nelle pratiche aziendali sono fondamentali per navigare con sicurezza in questo complesso panorama normativo.