La scadenza del 31 maggio, entro cui le imprese devono comunicare se intendono avvalersi di un soggetto diverso dal gestore pubblico ai fini dell’avvio al recupero dei rifiuti, vale per il 2022. A regime la scadenza è fissata al 30 giugno dell’anno prima.
Gli operatori economici che intendono rivolgersi al mercato per avviare i propri rifiuti al recupero devono impegnarsi a non avvalersi del servizio pubblico per un periodo non inferiore a cinque anni. Tale impegno deve essere comunicato al comune o al gestore entro il 31 maggio di ciascun anno.
Per avere gli sconti Tari per il 2021 non occorre impegnarsi per cinque anni con un gestore privato ma sarà sufficiente rispettare le norme del regolamento comunale.
Ne deriva che se l’operatore trasmette in ritardo la comunicazione o se ne dimentica, lo stesso non potrà fruire della riduzione Tari 2022, anche se in concreto egli ha avviato al recupero tutti o parte dei suoi rifiuti. Sempre secondo la lettera della legge, in caso di omissione della comunicazione, si dovrebbe desumere che l’impresa sarà obbligata ad avvalersi del gestore pubblico per almeno cinque anni. In questo caso, non sembrano ammessi ripensamenti, diversamente dal caso opposto (impresa che ha scelto il privato e vuole tornare al pubblico).
In sostanza quindi:
- se il contribuente sceglie di avvalersi di operatori diversi dal gestore pubblico – non necessariamente sempre lo stesso -, l’opzione ha durata minima di 5 anni;
- se invece decide di rimanere nel perimetro del servizio in privativa, la facoltà di optare si rinnova annualmente.
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