La circolare Assonime 5/2023 riguarda l’affrancamento degli utili esteri mediante una sostitutiva più conveniente dell’assoggettamento a tassazione ordinaria.
Ciò evita faticose ricostruzioni di utili white e black in presenza di catene societarie complesse e risalenti nel tempo.
L’ambito soggettivo riguarda società ed enti o anche persone fisiche in regime d’impresa, prescindendo dal fatto che si tratti di soci di controllo o con partecipazioni minoritarie.
Una holding A potrà affrancare degli utili black di una partecipata estera B, ma la successiva distribuzione dei dividendi al socio persona fisica non sarà detassata, perché altrimenti il socio beneficerebbe di un regime che non gli spettava in base alla norma. L’Associazione propone che gli utili siano tassati al 26 per cento.
Il meccanismo applicativo presenta dei tratti in comune con la Cfc. Tipo il fatto che gli utili sono attribuiti per trasparenza indipendentemente dalla materiale distribuzione. Se ne discosta perché si applica sugli utili di bilancio della partecipata e riguarda anche partecipazioni non di controllo.
L’affrancamento riguarda gli utili del bilancio 2021 non distribuiti al 1° gennaio 2023 ma non può superare il quantum degli utili della società estera di competenza del socio italiano considerando la partecipazione posseduta e l’effetto demoltiplicativo. La scelta degli utili su cui applicare l’affrancamento è del contribuente e sembrerebbe escludere forme di ripensamento ex post.
Quindi, se non fosse ammissibile il rimborso, sarebbe da capire se quell’affrancamento su utili presunti black, ma che poi si rivelassero white, si possa applicare ad altri utili black senza andare sprecato. Il meccanismo di legge è di tipo cherry picking e lascia al contribuente la facoltà di escludere utili tassati per la Cfc e quelli white (detassati al 95%).
La norma sembra congegnata (a differenza della Cfc dove il prelievo avviene a valle) in modo tale che il soggetto che esercita l’opzione versi anche l’imposta sostitutiva.
Il contribuente potrà incrementare fin da subito il costo della partecipazione nella società estera in misura corrispondente agli utili affrancati. È da comprendere, in caso di partecipazione indiretta in una catena societaria, a quale livello della catena vada imputato l’incremento in questione. Il credito d’imposta indiretto connesso agli utili black list potrebbe venir meno anche in caso di distribuzione di utili differenti da quelli affrancati.
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