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Import auto, tracciato anche ai privati

Dal 5 aprile anche i privati consumatori (non soggetti passivi Iva) che acquistano autoveicoli, motoveicoli e rimorchi, nuovi o usati, in altri Paesi Ue devono comunicare alla Motorizzazione i dati riepilogativi di questi acquisti.
La comunicazione va effettuata entro 15 giorni dall’acquisto e, in ogni caso, prima di presentare la domanda di immatricolazione. Tutti i soggetti obbligati (imprese, professionisti e privati) possono recarsi alla Motorizzazione o avvalersi di agenzie di pratiche automobilistiche.
Solo le imprese e i professionisti, invece, possono adempiere anche tramite il collegamento telematico diretto col Centro elaborazione dati della Motorizzazione. Le case costruttrici, infine, adempiono con trasmissione telematica, al Ced, dell’abbinamento dei numeri di telaio dei veicoli da immatricolare con i rispettivi codici di antifalsificazione.
La targatura dei mezzi in questione può avvenire solo dopo che sia stata verificata la presenza di tutti i suddetti dati nell’archivio informatico del Dipartimento dei trasporti. Inoltre, al momento dell’istanza di immatricolazione, non devono esservi cause ostative per frode Iva, connesse all’introduzione in Italia di mezzi di trasporto. Infine, occorre che l’agenzia delle Entrate abbia già trasmesso in via telematica alla Motorizzazione le informazioni sull’eventuale pagamento dell’Iva da parte dei soggetti obbligati.
In deroga al principio generale, che considera un acquisto di beni come intracomunitario solo se effettuato nei confronti di soggetti passivi Iva, costituiscono acquisti comunitari (tassati nello Stato Ue di destinazione) anche quelli «a titolo oneroso di mezzi di trasporto nuovi, trasportati o spediti da altro Stato membro, anche se il cedente non è soggetto d’imposta ed anche se non effettuati nell’esercizio di imprese, arti e professioni».

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