fbpx
TORNA ALLE NEWS

Spese di istruzione

Dal 2015, tra le spese per la frequenza di asili, elementari, medie e superiori, detraibili dall’Irpef al 19% fino a 76 euro rientrano anche le spesa per la mensa scolastica, anche quando tale servizio è «reso per il tramite del Comune o di altri soggetti terzi rispetto alla scuola».
A questo fine, non è necessario che il servizio di ristorazione scolastica sia deliberato dagli organi di istituto, in quanto è istituzionalmente previsto dall’ordinamento scolastico per tutti gli alunni di queste scuole. Questi chiarimenti dati dalle Entrate per gli asili, elementari, medie e superiori sono una spiegazione del termine «spese per frequenza»; quindi, dovrà essere chiarito se sono applicabili anche per i corsi universitari, in quanto anche in questo caso si parla di “spese per frequenza”.
Relativamente alla modalità di certificazione delle spese sostenute per la mensa, va recuperata la ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario, effettuati per pagare la scuola, il Comune o altro fornitore del servizio. Questa ricevuta, però, deve riportare nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno.
Se il servizio mensa è stato pagato in contanti, con altre modalità (ad esempio, bancomat) o tramite acquisto di buoni mensa in formato cartaceo o elettronico, la spesa può essere documentata mediante un’apposita attestazione, rilasciata dal soggetto che ha ricevuto il pagamento o dalla scuola, che certifichi l’ammontare della spesa sostenuta nell’anno e i dati dell’alunno o studente. Solo per il 2015, se questi documenti di spesa risultano incompleti dei dati richiesti, i dati mancanti relativi all’alunno o alla scuola possono essere annotati a penna dal contribuente sul documento stesso.
Relativamente al limite massimo di spesa detraibile per la frequenza delle università non statali, l’Agenzia ha chiarito che siccome gli importi indicati nel decreto ministeriale 29 aprile 2016, n. 288 sono distinti per area disciplinare (medica, sanitaria, scientifico-tecnologica e umanistico-sociale) e sede del corso di studio (nord, centro, sud e isole), per i corsi universitari all’estero occorre fare riferimento alla «zona geografica in cui ricade il domicilio fiscale del contribuente».

condividi.