Con la legge di Bilancio 2025, il legislatore riapre la possibilità di assegnare beni ai soci fino al 30 settembre 2025, introducendo una misura che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 13% sulle riserve in sospensione d’imposta utilizzate per l’operazione. Questo strumento si aggiunge alla possibilità di affrancare le riserve in sospensione tramite il versamento di un’imposta sostitutiva del 10%, già prevista dal Decreto di riforma Irpef-Ires (Dlgs 192/2024). Le due misure, pur non essendo direttamente collegate, offrono alle imprese un ventaglio di opzioni strategiche per gestire il proprio patrimonio netto e ottimizzare il carico fiscale.
Imposta sostitutiva al 13% e vantaggi per società e soci
Secondo le indicazioni della circolare 37/E/2016, l’imposta sostitutiva del 13% consente di liberare le riserve in sospensione d’imposta fino all’importo necessario per l’assegnazione dei beni, previa utilizzazione delle altre riserve disponibili (di utili e di capitale). Questo regime rappresenta un vantaggio, in quanto l’imposta è definitiva e libera non solo la società, ma anche i soci da qualsiasi ulteriore tassazione, rendendo l’operazione fiscalmente conveniente.
L’assegnazione consente anche di eliminare contabilmente le riserve, senza sostenere costi ulteriori rispetto all’imposta sostitutiva (dell’8% o del 10,5%) applicata sulla differenza tra il valore normale o catastale e il valore fiscale dei beni assegnati.
Tre punti fondamentali per valutare la convenienza
La decisione di utilizzare l’imposta sostitutiva al 13% deve tenere conto di alcuni aspetti fondamentali:
- Composizione del patrimonio netto: Analizzare le riserve disponibili e necessarie per finalizzare l’assegnazione.
- Insussistenza del vincolo di priorità sulla distribuzione: Nell’ambito dell’assegnazione, non si applica l’obbligo di priorità previsto dall’articolo 47, comma 1, del Tuir.
- Obbligo di smaltimento delle riserve libere: Prima di utilizzare le riserve in sospensione d’imposta, è necessario eliminare tutte le riserve libere.
Affrancamento delle riserve al 10%
Il Dlgs 192/2024 introduce la possibilità di affrancare le riserve in sospensione con un’imposta sostitutiva del 10%. Questa misura, applicabile in quattro rate annuali, rappresenta una soluzione per le imprese che desiderano liberare il patrimonio netto, con vantaggi fiscali e finanziari. In passato, tale possibilità ha avuto scarso appeal a causa dell’incertezza dei benefici fiscali nel lungo periodo, ma ora offre maggiore flessibilità, grazie alla rateizzazione.
Considerazioni operative
Le imprese che valutano entrambe le opzioni devono considerare:
- Tempistiche e necessità finanziarie: La rateazione delle imposte consente di diluire il peso fiscale nel tempo.
- Opportunità di anticipazione delle rate: In caso di scioglimento della società, è possibile anticipare le rate residue senza interessi, come confermato dalla circolare 6/E/2006.
- Strategia fiscale integrata: Combinare le due misure può ottimizzare i vantaggi, ad esempio liberando riserve con l’affrancamento al 10% e utilizzandole per l’assegnazione dei beni ai soci.