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Bonus casa spalmati in 10 rate: rimedio utile ma non per tutti

 

Il bonus casa è una delle agevolazioni fiscali più richieste dagli italiani che vogliono ristrutturare o migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Si tratta di una detrazione Irpef o Ires che può arrivare fino al 110% delle spese sostenute per alcuni interventi, come il superbonus, il sismabonus e il bonus barriere architettoniche. Tuttavia, per poter usufruire del bonus casa, è necessario avere una sufficiente capienza fiscale, cioè un reddito imponibile tale da consentire di recuperare la detrazione in quattro anni, come previsto dalla normativa originaria. In caso contrario, si rischia di perdere parte del beneficio o di doverlo cedere a terzi, come banche, assicurazioni o fornitori.

 

Per ovviare a questo problema, il legislatore ha introdotto la possibilità di spalmare la detrazione in 10 rate annuali anziché in quattro, ma solo per il superbonus e solo per le spese sostenute nel 2022. Inoltre, ha esteso questa opzione anche al sismabonus e al bonus barriere architettoniche, ma solo per le spese sostenute nel 2023.

 

Questa misura può essere utile per chi ha un reddito basso o medio e vuole usufruire del bonus casa senza rinunciare alla detrazione diretta o senza doverla cedere a terzi. Tuttavia, non è una soluzione valida per tutti, perché presenta alcuni limiti e vincoli.

Innanzitutto, lo spalmacrediti riguarda solo i crediti d’imposta derivanti dalle opzioni per la prima cessione o lo sconto in fattura comunicate alle Entrate entro il 31 marzo 2023. Quindi, chi ha già optato per queste modalità non può cambiare idea e scegliere lo spalmacrediti.

In secondo luogo, lo spalmacrediti deve essere esercitato nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese e non può essere modificato successivamente. Quindi, chi sceglie lo spalmacrediti deve impegnarsi a mantenere la stessa opzione per 10 anni e non può cedere le rate residue a terzi.

In terzo luogo, lo spalmacrediti comporta una maggiore attesa per recuperare il credito d’imposta e una minore flessibilità nella gestione dello stesso. Infatti, le rate annuali possono essere utilizzate solo in compensazione tramite il modello F24 e non possono essere richieste a rimborso.

 

In conclusione, lo spalmacrediti può essere un rimedio utile ma non per tutti. Chi vuole approfittare di questa opportunità deve valutare attentamente i pro e i contro e confrontarli con le altre modalità previste dal bonus casa.

 

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