Le ultime problematiche legate alla crisi energetica, al conflitto in Ucraina, al perdurare dei problemi sanitari, oltre alla contemporanea entrata in vigore di nuove disposizioni normative legate alle direttive dell’Unione Europea, si ripercuotono anche sul costo del personale. Quando detto ha generato e genera per i datori di lavoro situazioni variabili che incidono (sia nell’immediato che in futuro), anche significativamente, sul costo del lavoro.
Le aziende dovranno quindi con attenzione rivedere l’evoluzione del costo del lavoro per il 2022 (rivedere il budget, se necessario) e già prepararsi per verificare le possibili incidenze negative per il 2023.
Si può e si potrà verificare:
Un maggior costo di rivalutazione del TFR: Visto il repentino aumento dell’inflazione, stante ai dati ISTAT di luglio 2022, l’incremento a dicembre 2022, rispetto al medesimo mese del 2021, si potrebbe attestare tra il 6,50 e il 7,00%, comportando, ai fini della rivalutazione del TFR un incremento tra il 4,9 e il 5,25%. Ne conseguirà che per ogni mille euro di TFR al 31.12.2021 rimasto in azienda, il datore di lavoro dovrà sostenere un maggior onere per rivalutazione tra 49 e 52,5 euro.
Un maggior onere legato all’aumento del costo del denaro disposto dalla BCE: Con decisione del 21 luglio 2022 la Banca Centrale Europea (BCE) ha provveduto, con decorrenza 27 luglio, ad alzare, dopo oltre 6 anni di tasso a zero, di 0,50 punti percentuali il Tasso di interesse sulle operazioni di riferimento principali dell’Eurosistema (ex TUR). Occorrerà quindi seguire l’evoluzione dei prossimi mesi. Detto aumento ha comportato:
Un maggior costo per le aziende con un parco macchine fornito ai dipendenti in uso promiscuo: L’aumento del costo del carburante ha determinato e determinerà un maggior costo sostenuto dalle aziende per le auto fornite ai dipendenti in uso promiscuo (costo del carburante a carico azienda sia per uso di servizio sia per uso personale, salvo riaddebiti al lavoratore).
Un maggior costo legato alle trasferte del personale: Maggiori costi sostenuti per il carburante delle auto aziendali utilizzate dai dipendenti e maggiori costi per i rimborsi a piè di lista per trasferte con auto di proprietà del dipendente.
Un possibile maggior costo derivante dall’applicazione delle nuove norme in materia di congedi parentali: Dal 13.8.2022 sono cambiate le regole sui congedi parentali, determinando, correttamente, maggiori tutele alle lavoratrici/lavoratori per un maggior equilibrio tra attività professionale e vita familiare. Le modifiche legislative apportate dal decreto 105/2022 comportano maggiori oneri, oltre che in capo alla pubblica amministrazione, anche in capo ai datori di lavoro, con particolare riferimento alla maturazione e/o alla non riduzione, durate l’utilizzo del congedo, di elementi retributivi diretti, indiretti e differiti (ad esempio: tredicesima e ferie).
Incidenze dal gennaio del 2023: Dal 2023, per effetto dell’incremento significativo dell’indice ISTAT nel 2022 (prezzi al consumo per le famiglie), si avranno modifiche significative anche nei valori relativi a minimali, massimali e convenzionali utili per il calcolo della contribuzione obbligatoria e non solo.
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