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Contributi a fondo perduto, domande luglio e agosto: scarto per “controlli contabili”

 

Come segnalato da alcuni titolari di partita IVA, l’Agenzia delle Entrate ha avviato lo scarto per molte delle istanze relative al fondo perduto del decreto Rilancio. La motivazione riportata nella ricevuta parla di “controlli contabili”, senza ulteriori dettagli. Il blocco delle procedure di accoglimento o rigetto delle istanze relative al decreto Rilancio è stato causato dalla mancanza di fondi sufficienti a copertura di tutte le richieste di contributi a fondo perduto.

 

Nel decreto Ristori così come nel Ristori bis non c’è uno specifico stanziamento per le domande inviate dalla seconda metà di luglio e ad agosto. Sarà forse per questo che l’Agenzia delle Entrate sta procedendo con lo scarto delle domande inevase? Al setaccio vi sono i dati presenti nelle Lipe e nelle dichiarazioni IVA; in tal caso, se lo scostamento è minimo, la domanda sarà elaborata ed accolta, con successivo pagamento dell’importo spettante. In tutti gli altri casi, al contribuente viene data la chance dell’autotutela, secondo le indicazioni contenute nella risoluzione n. 65/E.

 

La motivazione specifica dello scarto dovrebbe essere comunicata in maniera più dettagliata al contribuente, con la seconda ricevuta che verrà messa a disposizione all’interno dell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.

 

Per contestare lo scarto della domanda e richiederne il riesame è ammessa l’autotutela, secondo quanto previsto dalla risoluzione n. 65 pubblicata dall’Agenzia delle Entrate il 12 ottobre 2020.

 

Se dall’esame effettuato dalle direzioni provinciale dovesse emergere la correttezza dell’esito comunicato in relazione alla domanda iniziale trasmessa, l’Ufficio notificherà motivato diniego di annullamento/revisione, recante avvertenze per l’impugnazione davanti alla competente Commissione tributaria, esclusivamente per vizi propri, in conformità ai principi in materia di impugnabilità del diniego di autotutela. Qualora dall’esame dell’istanza dovesse emergere la correttezza della stessa, l’Agenzia delle entrate provvederà ad effettuare il mandato di pagamento della quota parte del contributo a fondo perduto ancora spettante.

 

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