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Contributi per Ricerca e Sviluppo: il fondo da 190 milioni di Euro a sostegno delle PMI che adottano la sanatoria fiscale

 

Il disegno di legge di Bilancio 2025 introduce un importante sostegno alle piccole e medie imprese che adottano la sanatoria sui crediti d’imposta per ricerca e sviluppo. Il governo ha istituito un fondo di 190 milioni di euro, distribuito su tre anni, che sarà gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per compensare le aziende che si allineano alla sanatoria, in scadenza il 31 ottobre 2024. Questo fondo si traduce in un contributo in conto capitale commisurato a quanto versato per il riversamento dei crediti, e sarà erogato con modalità definite da un decreto ministeriale attuativo.

Dettagli del fondo per le imprese che aderiscono alla sanatoria

La manovra non proroga i termini del riversamento per gli anni 2015-2019, come richiesto da aziende e professionisti, ma introduce un contributo compensativo di 190 milioni di euro, suddiviso in:

  • 60 milioni di euro per il 2025,
  • 50 milioni di euro per il 2026,
  • 80 milioni di euro per il 2027.

Un decreto attuativo del Mimit e del Ministero dell’Economia definirà entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio le modalità per richiedere il contributo, le percentuali e le eventuali rateizzazioni.

Sanatoria sui crediti d’imposta per ricerca e sviluppo: le scadenze

Il 31 ottobre 2024 è il termine per inviare la dichiarazione di adesione alla sanatoria. Successivamente, i versamenti dovranno essere effettuati secondo queste tempistiche:

  • 16 dicembre 2024 per il pagamento in un’unica soluzione o della prima rata;
  • 16 dicembre 2025 e 16 dicembre 2026 per le successive rate in caso di pagamento dilazionato, con interessi al tasso legale.

L’assenza di proroga ha suscitato perplessità tra le imprese, che attendevano chiarimenti interpretativi. Le linee guida ufficiali sono infatti arrivate solo a luglio 2024, lasciando poco tempo per adeguarsi.

Rischio insufficienza del fondo e prossimi interventi

Il fondo da 190 milioni potrebbe rivelarsi insufficiente a coprire le esigenze delle imprese che hanno adottato la sanatoria. Molte aziende, nonostante ritenessero validi i propri progetti di ricerca e sviluppo, hanno deciso di aderire al riversamento per evitare contestazioni future, ma la dotazione complessiva del fondo potrebbe non bastare a compensare i costi sostenuti.

Per affrontare le complessità legate ai crediti non spettanti, il viceministro dell’Economia ha annunciato l’adozione di un atto di indirizzo per delineare meglio le fattispecie di crediti esistenti e inesistenti, cercando di stabilire criteri chiari per le rettifiche.

Proroga del credito d’imposta per la quotazione delle PMI

Oltre al fondo per ricerca e sviluppo, la manovra proroga fino al 2027 il credito d’imposta per la quotazione delle PMI. Questo incentivo mira a sostenere le piccole e medie imprese che decidono di quotarsi in Borsa, offrendo un credito d’imposta del 50% delle spese di consulenza sostenute, fino a un massimo di 500.000 euro. La proroga riguarda i prossimi tre anni, con una dotazione complessiva di:

  • 6 milioni di euro per il 2025,
  • 3 milioni di euro per il 2026 e il 2027.

 

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