La crescente attenzione verso una gestione responsabile della filiera produttiva è diventata una priorità per molti brand, soprattutto dopo i recenti provvedimenti antimafia che hanno coinvolto alcuni marchi noti, accusati di agevolazione colposa del caporalato (ex articolo 603-bis del Codice penale). Le aziende, ora più che mai, sono chiamate a verificare attentamente i propri fornitori e subfornitori, non solo per assicurarsi la conformità normativa, ma anche per tutelare i diritti dei lavoratori e promuovere la responsabilità sociale d’impresa.
Per verificare la correttezza delle pratiche adottate dai fornitori, un approccio efficace si basa sull’analisi dei bilanci aziendali. Alcuni indici di bilancio, specificamente legati ai costi della produzione, sono particolarmente utili per individuare eventuali criticità che potrebbero indicare situazioni di subappalto non autorizzato o potenziale sfruttamento della manodopera.
In particolare, i seguenti indici possono rivelare informazioni cruciali:
L’utilizzo di questi indici permette di identificare eventuali “red flags” nella gestione della filiera. Tuttavia, è fondamentale ricordare che essi non sono esaustivi: i valori ottenuti devono essere interpretati nel contesto specifico dell’attività e associati a un sistema di monitoraggio più ampio. Questo approccio è stato validato positivamente dall’autorità giudiziaria come strumento preliminare per valutare la compliance di un fornitore o subfornitore.
Il tipo di gestione contabile influisce significativamente sugli indici di bilancio. In particolare:
Questa distinzione è utile per comprendere se un fornitore subappalta la propria attività o gestisce internamente tutte le fasi produttive, aspetto fondamentale per evitare il ricorso a pratiche non conformi alla normativa sulla tutela del lavoro.
Un’analisi esclusivamente basata sugli indici di bilancio potrebbe generare “falsi positivi”. Per questo motivo, dopo aver identificato eventuali anomalie, è essenziale procedere con un audit sul campo. La verifica può avvenire sia in forma concordata sia a sorpresa e permette di raccogliere informazioni qualitative dirette sulle modalità di svolgimento dell’attività da parte del fornitore.
L’audit on site consente di validare o confutare i dati emersi dall’analisi documentale e rappresenta un elemento chiave per garantire la trasparenza e la legalità lungo tutta la filiera produttiva.
L’integrazione di indici di bilancio e audit sul campo rappresenta uno strumento avanzato di gestione e controllo per le aziende che desiderano tutelare la propria supply chain. In un contesto in cui la responsabilità sociale d’impresa è sempre più centrale, tali strategie consentono di identificare e prevenire pratiche di sfruttamento del lavoro, contribuendo a una distribuzione del valore più equa e a un’immagine aziendale più responsabile.