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Credito d’imposta beni strumentali, cambiano le regole

 

Anche le imprese e le Partite IVA che fatturano più di 5 milioni annui possono utilizzare il credito d’imposta per l’acquisto di macchinari nuovi in un’unica soluzione, invece che in tre quote annuali.

 

La novità è stata introdotta dal Decreto Sostegni bis, l’agevolazione è utilizzabile fino al 31 dicembre 2021 e riguarda in pratica gli investimenti che negli anni scorsi ricadevano nel cosiddetto superammortamento (i macchinari che non rientrano nelle tecnologie 4.0).

 

Per gli investimenti in beni strumentali materiali diversi da quelli 4.0, effettuati a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021, il credito d’imposta (previsto in base al comma 1054 della Manovra 2021) è utilizzabile in compensazione in un’unica quota annuale. La norma prevede già il possibile utilizzo in un’unica quota annuale solo in presenza di ricavi o compensi inferiori ai 5 milioni di euro, mentre ora amplia la platea ammettendo anche chi fattura somme più alte. L’agevolazione consiste in un credito d’imposta del 10%, fino a un massimo di costi ammissibili pari a 2 milioni di euro, che sale al 15% per gli investimenti in strumenti e dispositivi tecnologici destinati dall’impresa alla realizzazione di modalità di lavoro agile. E’ utilizzabile esclusivamente in compensazione, a decorrere dall’anno di entrata in funzione dei beni. Non concorre alla formazione del reddito IRPEF e IRES e della base imponibile IRAP. Per gli altri crediti d’imposta relativi agli investimenti in macchinari e software 4.0, restano immutate le regole, che prevedono l’utilizzo in compensazione in tre quote annuali.

 

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