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Decreto Aiuti, in Gazzetta misure per famiglie, imprese e pa

 

Il decreto Aiuti è arrivato ieri alla Gazzetta Ufficiale.

 

Uno degli interventi chiave del decreto è sicuramente il bonus da 200 destinato a 31,5 milioni di persone per un costo da 6,3 miliardi. Ma l’erogazione dell’una tantum sarà automatica solo per lavoratori dipendenti, pensionati e titolari di reddito di cittadinanza con un reddito annuale lordo non superiore ai 25mila euro, che vedranno arrivare l’aiuto con la “mensilità” in pagamento a luglio. I disoccupati con Naspi e Discoll e i lavoratori domestici dovranno presentare domanda. Così come gli “autonomi”, che per conoscere la soglia di reddito sotto la quale scatterà il bonus dovranno anche attendere un decreto attuativo che i ministeri del lavoro e dell’Economia.

 

Danni da guerra: Al via un fondo da 130 milioni per le imprese industriali danneggiate dal conflitto. Destinatarie le Pmi che rientrano in uno dei 26 settori più colpiti dalla crisi e inseriti nell’allegato alla comunicazione della Commissione europea del 23 marzo 2022 sul Quadro temporaneo per misure di aiuto di Stato a seguito del conflitto. Le Pmi dovranno presentare, cumulativamente, tre requisiti relativi a rapporti commerciali con Ucraina, Russia e Bielorussia, a calo del fatturato e a incremento del costo di acquisto delle materie prime. Sono previste due fasce di contributo, comunque nel limite di 400mila euro. Per le imprese più piccole, con ricavi 2019 non superiori a 5 milioni, l’aiuto corrisponderà al 60% della differenza tra i ricavi medi dell’ultimo trimestre e quelli del corrispondente periodo del 2019. Nel caso di imprese con ricavi superiori a 5 milioni e comunque fino a 50 milioni, la percentuale scenderà al 40%. Per le imprese costituite dal primo gennaio 2020 il periodo di imposta di riferimento è il 2021. Per le imprese agricole sono invece previsti 20 milioni.

 

Diversificazione energetica: Con il decreto aiuti il governo punta ad accelerare ulteriormente la realizzazione di nuovi impianti green e a velocizzare anche l’installazione di rigassificatori galleggianti nell’ottica del progressivo affrancamento dal gas russo. Nel provvedimento è quindi prevista innanzitutto un’azione d’impulso di Palazzo Chigi (Affari Regionali) ai fini dell’individuazione delle aree idonee da parte delle Regioni con poteri sostitutivi dello stesso in caso di non ottemperanza. Iter semplificato poi per i progetti sottoposti a valutazione d’impatto ambientale di competenza statale e sono altresì previsti aiuti per le imprese del settore agricolo con l’obiettivo di aumentare la capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Sul fronte dei rigassificatori galleggianti, il Dl stabilisce invece la nomina di commissari ad hoc e procedure iper veloci con deroga al codice degli appalti ed esenzione Via. Viene inoltre costituito un fondo per le coperture che avrà una dotazione di 600 milioni di euro (30 milioni per ciascun anno dal 2024 al 2043).

 

Conflitto e profughi: Il Dl Aiuti incrementa di 363 milioni le risorse per accogliere gli sfollati dall’Ucraina, portando lo stanziamento complessivo, dal 24 febbraio a oggi, a 900,4 milioni. In particolare, 112,7 milioni andranno al ministero dell’Interno per attivare e gestire i centri di accoglienza (Cas). Altri 192,2 milioni finanzieranno:

  • l’innalzamento a 30mila posti (erano 15mila) per l’accoglienza diffusa tramite il Terzo settore;
  • l’aumento fino a 80mila beneficiari (erano 60mila) del contributo di sostentamento mensile da 300 euro per tre mesi destinato direttamente ai profughi ucraini che hanno chiesto la protezione temporanea Ue;
  • l’aumento fino a 182,2 milioni delle risorse destinate alle Regioni e alle Province autonome per l’assistenza sanitaria degli sfollati, con una platea potenziale che passa da 100mila a 120mila persone;
  • i servizi sociali dei Comuni che ospitano un maggior numero di sfollati (40 milioni di euro).

Altri 58,6 milioni saranno destinati ai Comuni che accolgono minori non accompagnati (rimborso di 100 euro al giorno per ciascun minore).

 

A luglio aiuto d’ufficio, ma non più di uno per nucleo familiare: Il bonus da 200 euro sarà garantito «d’ufficio» anche i titolari di Reddito di cittadinanza. Che se lo vedranno arrivare nel mese di luglio 2022, insieme alla «rata mensile di competenza». L’erogazione sarà quindi in forma automatica, ovvero senza le necessità di formulare una richiesta. Il decreto precisa che ogni nucleo familiare non potrà beneficiare di più di un’indennità una tantum da 200 euro, che quindi non sarà sovrapponibile con un altro analogo bonus. Le modalità di attribuzione dell’aiuto non sono le stesse. I collaboratori domestici, ad esempio, dovranno presentare un’apposita domanda presto gli istituti di patronato, a differenza dei titolari di Reddito di cittadinanza che, così come i lavoratori dipendenti e i pensionati, si vedranno arrivare direttamente con la mensilità di luglio i 200 euro previsti dal decreto Aiuti approvato dal governo e ora pubblicato

 

Al 30% dei pensionati con bonus nel cedolino anche la 14esima: Un maxi-cedolino con pensione, “quattordicesima” e bonus da 200 euro. È quello che si vedrà arrivare il 1° luglio circa il 30% della platea di 13,7 milioni di pensionati ai quali sarà garantita in forma automatica l’una tantum prevista dal decreto Aiuti. La «somma aggiuntiva annuale», conosciuta appunto come 14esima dei pensionati, viene in un’unica soluzione a chi ha almeno 64 anni e un reddito personale annuo inferiore ai 13.659,88 euro. E varia a seconda degli anni di versamento effettuati (con parametri diversi per lavoratori dipendenti e autonomi), da 437 a 655 euro per i titolari di pensione con un reddito individuale inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno minimo (525,38 euro), che su base annua equivale a 10.244,91 euro lordi. Per i pensionati con un reddito individuale compreso tra una volta e mezzo e due volte il “trattamento minimo”, quindi sotto i 13.659,88 euro lordi l’anno, l’importo della 14esima oscilla, anche in rapporto agli anni di contribuzione maturata, tra i 336 e i 504 euro. La platea interessata dovrebbe avvicinarsi ai 4 milioni, pari a poco meno di un terzo del bacino di 13,7 milioni di pensionati con un reddito annuale lordo non superiore ai 35 mila euro che dovrebbero essere destinatari del bonus deciso dal governo per un costo di più di 2,7 miliardi sul solo fronte previdenziale. Non sarà necessario presentare domanda per ricevere l’una tantum da 200 euro: spetterà all’Inps, o comunque all’ente previdenziale erogatore, il compito di effettuare le necessarie verifiche. A usufruire del bonus saranno i titolari di uno o più trattamenti previdenziali, di assegni sociali, di trattamenti per invalidi civili, ciechi e sordomuti, e di quelli di accompagnamento alla pensione residenti in Italia e sotto il tetto dei 35mila euro: per il calcolo sarà preso in considerazione qualsiasi tipo di reddito. Con alcune “esclusioni”. A cominciare dalla casa di abitazione, dai trattamenti di fine rapporto dei lavoratori, e dall’assegno unico e dagli assegni familiari. Tra le voci che non concorreranno a far lievitare il reddito considerato ci sono anche gli assegni di guerra e l’indennizzo ai soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, l’indennità di accompagnamento, l’assegno mensile per l’assistenza personale e continuativa ai pensionati per inabilità, l’indennità prevista per i ciechi parziali e quella di comunicazione per i sordi prelinguali.

 

Garanzie al 100% su prestiti entro 35mila euro e fino a 10 anni: Il decreto Aiuti si avvale della deroga prevista dal Temporary Framework europeo sul conflitto in Ucraina e il caro energia consentendo l’erogazione di prestiti garantiti entro i 35mila euro per le imprese agricole e della pesca. Il provvedimento varato dal governo prevede così i finanziamenti a «garanzia diretta dell’Ismea, con copertura al 100%» in favore di Pmi agricole e della pesca che abbiano registrato un incremento dei costi per l’energia, per i carburanti o per le materie prime nel corso del 2022. È previsto anche in questo caso un periodo di ammortamento lungo. Questi prestiti sono consentiti «purché tali finanziamenti prevedano l’inizio del rimborso del capitale non prima di 24 mesi dall’erogazione e abbiano una durata fino a 120 mesi e un importo non superiore al 100 per cento dell’ammontare complessivo degli stessi costi». Rispetto agli altri prestiti garantiti, la peculiarità di quelli destinati al settore della pesca e dell’agricoltura è la durata fino a 10 anni. Gli oneri per lo Stato derivanti da questa misura sono calcolati in 180 milioni.

 

Autotrasporto: Per fronteggiare l’impatto del caro gasolio, il provvedimento prevede un contributo straordinario per gli autotrasportatori: si tratta di un credito d’imposta pari al 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre dell’anno per l’acquisto del gasolio impiegato in veicoli di categoria 5 o superiore al netto dell’imposta sul valore aggiunto, comprovato mediante le relative fatture d’acquisto. Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive ed è cumulabile con altre agevolazioni, che riguardino gli stessi costi, a condizione che il cumulo «tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive» non porti al superamento del costo sostenuto. Per coprire gli oneri derivanti dal nuovo contributo, il decreto stanzia 496,9 milioni di euro per il 2022 e sarà il ministero dell’Economia e delle finanze a effettuare il monitoraggio delle fruizioni del credito d’imposta per l’autotrasporto.

 

Trasporti eccezionali: Tre mesi in più per emanare le linee guida necessarie ad autorizzare i trasporti eccezionali. Nell’ultima versione del Dl Aiuti è invece sfumata la possibilità di effettuare questi ultimi anche con veicoli che abbiano un numero di assi superiore a quanto previsto attualmente dall’articolo 10, comma 2, lettera b) del Codice della strada, a parità di peso massimo rispetto a quanto stabilito dal comma in questione. Con la proroga dal 30 aprile al 31 luglio del termine per emanare le linee guida cui i gestori di strade dovranno attenersi nell’autorizzare il transito dei trasporti eccezionali, si cerca di chiudere la partita della compatibilità fra degrado delle infrastrutture e necessità di trasporti pesanti, aperta a novembre 2021 dalla stretta stabilita dal Dl Infrastrutture, che rischiava di bloccare il settore e la relativa committenza. Il nuovo termine per le linee guida dovrebbe essere rispettato: il testo definitivo è stato messo a punto ieri nell’ultima riunione tecnica tra le istituzioni coinvolte, con i pareri di Ansfisa e Consiglio superiore dei lavori pubblici per poi essere sottoposto ai prescritti pareri e alla Conferenza unificata.

 

Buono sconto del 100% per l’abbonamento a treni, metro e autobus: Un buono sconto a studenti e lavoratori per il trasporto pubblico locale. Per sostenere le famiglie alle prese con il caro bollette e la morsa dell’inflazione stanzia 79 milioni di euro per l’anno 2022, finalizzato a riconoscere, un buono da utilizzare per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale o ancora per i servizi di trasporto ferroviario nazionale. Il valore del buono è pari al 100% della spesa da sostenere per l’acquisto dell’abbonamento e, comunque, non può superare l’importo di 60 euro. Il buono è riconosciuto alle persone fisiche che, nell’anno 2021, hanno conseguito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro. Il buono sarà nominativo e utilizzabile per l’acquisto di un solo abbonamento. Non sarà cedibile e resterà fuori dal reddito imponibile del beneficiario senza aver alcun effetto anche nel calcolo dell’Isee. Per ottenere il buono sconto sarà necessario attendere il decreto attuativo che dovrà essere emanato nei prossimi 60 giorni. Dalla data di pubblicazione del decreto attuativo e fino al 31 dicembre 2022 sarà possibile ottenere il bonus.

 

Formazione 4.0, aiuto più alto ma con obbligo di certificazione: L’incentivo più favorevole si accompagna a maggiori obblighi di documentazione. Anzi, senza i nuovi requisiti, scatta un taglio. La nuova versione del credito d’imposta per la formazione del personale dipendente su tematiche relative alle tecnologie 4,0, inserita nel “decreto aiuti”, stabilisce un incremento del beneficio fiscale per le micro e piccole imprese (il credito d’imposta passa dal 50 al 70%) e per le medie (dal 40 al 50%) ma contemporaneamente prevede che i risultati dell’attività di formazione siano certificati, secondo modalità che saranno definite da un decreto attuativo che il ministero dello Sviluppo economico dovrà emanare entro 30 giorni dal 18 maggio 2022, data di entrata in vigore del decreto legge.

In particolare, dovranno essere certificati «i risultati relativi all’acquisizione o al consolidamento» delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Lo stesso decreto attuativo metterà un filtro ai formatori, cioè ai professionisti o alle società che svolgono attività per la quale le imprese clienti possono beneficiare del credito d’imposta a condizioni maggiorate. In sostanza il bonus rafforzato, al 70% per le piccole e al 50% per le medie, potrà essere riconosciuto solo se l’azienda si rivolge a un soggetto tra quelli che saranno individuati nel decreto del ministero dello Sviluppo. Queste due nuove condizioni si applicano solo a fronte del nuovo e più alto beneficio fiscale. Al contrario, in assenza di questi requisiti, il credito d’imposta per investimenti effettuati successivamente alla data di …. sarà decurtato al 40% per le piccole e al 35% per le medie imprese. Nulla cambia per quanto riguarda il limite massimo di spese ammissibili per singolo beneficiario, che resta fissato a 300mila euro per le piccole imprese e 250mila per le medie. E resta del tutto immutato il credito d’imposta per le grandi imprese, nella misura del 30% entro un limite di spesa di 250mila euro. Al momento, in assenza di una proroga, le modifiche avranno un valore di poco più di sei mesi visto che il bonus per la formazione 4.0 è in vigore per spese effettuate entro il 31 dicembre 2022. Il decreto aiuti interviene anche sul credito d’imposta per investimenti in beni immateriali 4.0, i software, disponendo in questo caso l’innalzamento del beneficio dal 20 al 50%. La maggiorazione si applica retroattivamente a spese effettuate dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, con coda al 30 giugno 2023 se entro il 2022 è stato versato un acconto pari ad almeno il 20%.

 

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