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Investimenti 4.0, nuovi aiuti agli impianti per 678 milioni

 

Per gli investimenti delle Pmi in tecnologie 4.0 arriva una nuova misura di incentivo.

 

Agevolazioni concesse integralmente nella forma del contributo conto impianti, e su tutto il territorio nazionale, che saranno dunque una modalità aggiuntiva rispetto al credito di imposta del piano Transizione 4.0 e alla misura “Macchinari innovativi” che si applica solo al Sud.

 

Ci sono a disposizione 677,8 milioni di cui 250,2 per le regioni del Centro-Nord e 427,7 per il Mezzogiorno. È prevista una riserva del 25% per micro e piccole imprese.

 

Il nuovo regime di aiuto, collegato ai programmi europei per la ripresa economica post pandemia, è finanziato con fondi React-Eu risorse recuperate dai fondi strutturali, con l’obiettivo di favorire investimenti per la trasformazione digitale delle imprese secondo 11 ambiti tecnologici 4.0 (manifattura additiva, manifattura avanzata, realtà aumentata, integrazione automatizzata con il sistema logistico, internet of things, cloud, simulazione, cybersecurity, big data, blockchain, intelligenza artificiale). Viene considerata anche la componente di contributo alla transizione digitale e avranno una priorità in sede di valutazione i programmi per l’economia circolare e quelli in grado di portare a un risparmio energetico dell’azienda di almeno il 10% rispetto all’anno precedente.

 

L’agevolazione dovrà ricevere l’autorizzazione Ue e i termini per la presentazione delle domande saranno fissati con un decreto del direttore per gli incentivi dello Sviluppo economico. Si procederà con una procedura valutativa a sportello e, in caso di esaurimento delle risorse, le domande presentate nell’ultimo giorno utile saranno ammesse all’istruttoria in base alla posizione assunta in graduatoria.

 

Il decreto prevede che le imprese debbano avere almeno due bilanci depositati oppure, nel caso di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei redditi presentate. Non devono avere effettuato una delocalizzazione dell’unità produttiva nei due anni precedenti e devono impegnarsi a non farlo nei due successivi. Inoltre, devono mantenere le immobilizzazioni agevolate per almeno tre anni nel territorio della regione in cui è ubicata l’unità produttiva agevolata.

 

Gli investimenti, da ultimare entro un anno dalla concessione dell’incentivo, devono garantire il rispetto del principio europeo Dnsh (do no significant harm, cioè non arrecare danno all’ambiente) e devono essere diretti all’ampliamento della capacità produttiva, alla diversificazione della produzione, al cambiamento fondamentale del processo di produzione, o alla realizzazione di una nuova unità produttiva. Sono ammissibili spese in quattro categorie: macchinari, impianti e attrezzature; opere murarie, nei limiti del 40% dei costi ammissibili; programmi informatici e licenze per l’uso di macchinari; acquisizione di certificazioni ambientali. Stabilita una doppia soglia di spese ammissibili: in Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna ci sarà un minimo di 500mila euro e un massimo di 3 milioni (e comunque 80% dell’ultimo fatturato); nelle altre regioni una forchetta tra 1 e 3 milioni (sempre con tetto dell’80% del fatturato).

 

Le agevolazioni, nei limiti del Temporary framework sugli aiuti di Stato, saranno concesse nella forma del contributo in conto impianti (quindi un contributo per immobilizzazioni materiali o immateriali ammortizzabili), a copertura di una percentuale massima delle spese, anche questa diversificata. In Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, è previsto un tetto del 60% per le micro e piccole imprese e del 50% per le medie. In Basilicata, Molise e Sardegna le soglie sono rispettivamente del 50 e 40%; nelle altre regioni del 35% e 25%. In più, in Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna scatta una maggiorazione del 5% se il programma agevolato è concluso entro 9 e non 12 mesi. Il decreto precisa anche il divieto di cumulo dell’incentivo, limitatamente alle stesse spese, con altre agevolazioni pubbliche che si configurino come aiuti di Stato.

 

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