L’aggiornamento dell’articolo 2086 del Codice civile impone alle società di avere un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alle proprie dimensioni e natura. Per le PMI, la considerazione dei principi ESG (Environmental, Social, Governance) diventa cruciale, nonostante la Direttiva UE 2022/2464 sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) non li renda obbligatori per queste entità. Tuttavia, l’Efrag (European Financial Reporting Advisory Group) raccomanda caldamente la loro adozione.
La CSRD, entrata in vigore il 5 gennaio 2023, amplia gli obblighi di rendicontazione della sostenibilità, richiedendo alle società di adeguarsi agli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards), che coprono dieci principi tematici e due intersettoriali. Questi standard richiedono una revisione professionale e impongono maggiori costi di transizione.
Le PMI non sono obbligate ad adottare gli ESRS, ma l’utilizzo dei principi di sostenibilità può incrementare il loro valore complessivo e renderle più attraenti per gli investitori, facilitando l’accesso a credito e a finanziamenti per progetti sostenibili. Le imprese sostenibili attraggono talenti e offrono vantaggi come la riduzione dei rischi e miglioramento dell’immagine aziendale.
L’Efrag ha proposto uno standard ESRS volontario per le PMI non quotate (VSME), che adatta le richieste degli ESRS alla dimensione dell’impresa, suggerendo che il rendiconto sulla sostenibilità sia inserito nella relazione sulla gestione. Questo standard propone un approccio semplificato che comprende la doppia materialità e può essere adeguato per piccole e medie imprese.
La sostenibilità è un aspetto sempre più rilevante per le PMI, non solo per un miglioramento ambientale e sociale, ma anche per una migliore posizione competitiva nel mercato. L’adozione volontaria degli ESRS e l’orientamento verso una maggiore sostenibilità saranno probabilmente scelte obbligate nel medio termine, anche se non richieste dalla legge.