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L’indice di elasticità aziendale tiene sotto controllo i costi

 

Il periodo che stiamo vivendo, tra inflazione e aumenti dei costi delle materie prime, impone alle imprese una rivisitazione degli obiettivi, operazione che richiede anche un’attenta analisi dei costi e delle correlate prospettive future riferite all’andamento dei ricavi. Inoltre, alcune imprese possono aver stipulato in precedenza contratti di vendita a prezzo fisso che comportano una perdita perché l’aumento dei costi di acquisto delle materie prime è superiore ai ricavi: in questi casi il bilancio 2022 deve tenerne conto mediante la rilevazione di un accantonamento al Fondo per contratti onerosi come prevedono, in base ai principi generali, Codice civile e principi contabili (Oic 31).

 

L’analisi dei costi dovrebbe essere fatta una suddivisione degli stessi tra “fissi” e “variabili”: i primi si mantengono stabili, quantomeno entro determinati limiti, in caso di aumento o diminuzione dei ricavi, mentre quelli variabili sono legati all’andamento dei ricavi stessi.

La risposta dell’impresa all’aumento dei costi in rapporto all’andamento dei ricavi può essere diversa a seconda della composizione degli stessi e ovviamente della possibilità di riflettere l’aumento sui ricavi, ovvero sulla clientela.

 

L’indice di elasticità aziendale è dato dal rapporto costi variabili/costi fissi calcolati in rapporto ai ricavi. Il rapporto esprime numericamente il comportamento e la flessibilità dell’impresa al variare dei ricavi: nei periodi di crisi e nel caso di flessione dei ricavi è tanto più vantaggioso quanto più si discosta dall’unità.

Queste considerazioni, se adattate alle singole diverse realtà aziendali, possono aiutare nelle scelte operative dell’impresa: così nei rapporti con fornitori, clienti e nelle strategie operative e commerciali. Una volta individuata la composizione dei costi, anche in percentuale sui ricavi, si può determinare il punto di pareggio dell’impresa applicando semplici formule matematiche anche con l’utilizzo di un foglio excel o BI.

 

Infine, si può determinare il “margine di sicurezza” che è il limite nel quale possono diminuire i ricavi senza che l’impresa “perda”, dato dalla differenza tra ricavi e punto di pareggio.

 

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