Il Dpcm è stato firmato nella notte di martedì dal premier, Giuseppe Conte. Nel provvedimento sono presenti sia delle norme valide per tutto il territorio nazionale, sia delle norme che varranno a livello regionale. Resta, quindi, il regime differenziato che divide l’Italia in tre fasce di rischio contagio a seconda dei 21 parametri elencati nel testo.
Le norme entreranno in vigore dal 6 (e non più dal 5) novembre e fino al 3 dicembre.
Le norme valide in tutta Italia
Tra le norme di livello nazionale ci sono:
Che cosa succede nelle Regioni?
Il decreto affida al ministro della Salute la responsabilità di stabilire «ulteriori misure di contenimento del contagio» nelle aree dove il contagio è più alto e le strutture sanitarie sono in sofferenza, sulla base di un documento scientifico condiviso con la Conferenza delle Regioni. Si intitola «Prevenzione e risposta Covid-19, evoluzione della strategia per il periodo autunno inverno» e prevede diversi scenari, in base a una serie di criteri (21) che sono vagliati dal ministero della Salute.
Nelle Regioni che si collocano in uno scenario intermedio (lo chiameremo «arancione», ma nel documento si usa la dicitura «livello 3») accadrà questo:
Che cosa succede nelle zone rosse?
Nelle Regioni che si collocano in uno scenario di massima gravità e con livello di rischio alto (lo chiameremo «rosso», ma nel documento si usa la dicitura «livello 4») accadrà questo:
I provvedimenti saranno valutati su base settimanale, e avranno la durata minima di 15 giorni: se una Regione entra in zona «rossa», vi rimarrà per due settimane almeno. Attenzione: il meccanismo è «semiautomatico», nel senso che ogni Regione si collocherà in uno scenario («arancione» o «rosso») in base a criteri oggettivi.
Le Regioni che — ad oggi, e prima del suddetto «contraddittorio» — sarebbero a rischio lockdown sono Lombardia, Piemonte, Alto Adige, Valle d’Aosta e Calabria.
Cosa succede per negozi, bar, pub e ristoranti?
Se la propria Regione non è «zona arancione» o «rossa», la disciplina prevede che nelle giornate festive e prefestive, sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, ad eccezione delle farmacie, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. I bar, i pub, i ristoranti, devono chiudere alle 18 (ma con la possibilità di restare aperti per il pranzo della domenica), con il consumo al tavolo consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti.
Se la propria Regione è «zona arancione», nulla cambia per i negozi, ma la norma cambia per le attività di ristorazione, saranno sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio.
Se la propria Regione è «zona rossa», la norma si fa ancora più severa, per tutti:
Cosa cambia per i trasporti?
Per quanto riguarda i trasporti a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e, del trasporto ferroviario regionale è consentito un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento.
Nelle zone rosse si può uscire di casa per fare una passeggiata, o una corsa?
Sì, anche se la propria Regione entra tra le zone rosse, sarà consentito svolgere individualmente attività motoria (passeggiate): ma in prossimità della propria abitazione, e sempre rispettando la distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di mascherina.
Sarà possibile anche svolgere attività sportiva all’aperto, ma in forma individuale.
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