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Riforma del lavoro sportivo al debutto dal 1°luglio

 

La riforma del lavoro sportivo, approvata dal Parlamento lo scorso dicembre, entrerà in vigore dal 1° luglio 2023. Si tratta di una novità importante per il mondo dello sport italiano, che introduce nuove regole e opportunità per gli atleti, i tecnici, i dirigenti e le società sportive.

 

La riforma ha l’obiettivo di valorizzare il lavoro sportivo come fattore di crescita sociale ed economica del Paese, promuovendo la professionalizzazione, la qualificazione e la tutela dei lavoratori dello sport. Tra le principali novità, si segnalano:

– La creazione di un codice unico del lavoro sportivo, che disciplina i rapporti di lavoro subordinato e autonomo nello sport, con particolare riguardo alle categorie dei calciatori professionisti, degli atleti professionisti di altre discipline, dei tecnici sportivi e dei dirigenti sportivi.
– La definizione di criteri oggettivi per la qualificazione degli atleti professionisti e dei tecnici sportivi, basati sul livello di prestazione sportiva, sul reddito annuo e sulle ore di attività svolte.
– La previsione di contratti collettivi nazionali di lavoro per le diverse categorie di lavoratori dello sport, da stipulare tra le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali rappresentative a livello nazionale.
– La riconoscenza del diritto alla formazione continua e all’aggiornamento professionale dei lavoratori dello sport, con la possibilità di accedere a fondi dedicati e a percorsi formativi qualificanti.
– La garanzia di una adeguata copertura previdenziale e assistenziale per i lavoratori dello sport, con l’istituzione di un fondo pensionistico complementare e di un fondo sanitario integrativo specifici per il settore sportivo.
– La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori dello sport, con l’obbligo di sottoporsi a visite mediche periodiche e a controlli antidoping, nonché con la previsione di misure di prevenzione e protezione dai rischi derivanti dall’attività sportiva.
– La valorizzazione delle carriere duali degli atleti professionisti, che potranno conciliare lo sviluppo della propria attività sportiva con quello di una formazione scolastica, universitaria o professionale alternativa o complementare.
– La promozione della parità di genere nello sport, con la previsione di incentivi economici per le società sportive che assumono o mantengono in organico atlete professioniste o tecniche sportive donne.

 

La riforma del lavoro sportivo rappresenta un passo avanti significativo per il riconoscimento del ruolo sociale ed economico dello sport nel nostro Paese. Si auspica che essa possa contribuire a migliorare la qualità e la competitività del sistema sportivo italiano, a favore dello sviluppo e del benessere della collettività.

 

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