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Sicurezza: come cambia il Modello 231 alla luce delle nuove regole

 

La recente legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro ha introdotto significative novità che impattano sul Modello 231. Tra queste, il Decreto Legge del 2 marzo 2024, n. 19, convertito con modificazioni dalla Legge 56 del 29 aprile 2024, rappresenta un intervento rilevante per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Dal 1° ottobre 2024, entrerà in vigore un nuovo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, denominato “patente a crediti”.

 

Questo strumento diventerà obbligatorio per le imprese, ad eccezione di quelle con attestato di qualificazione SOA, e per i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili. La patente a crediti sarà rilasciata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) in forma digitale e rappresenterà un titolo abilitante. Ogni patente inizierà con un punteggio di trenta crediti, che verranno decurtati in caso di provvedimenti sanzionatori. I crediti potranno essere riguadagnati partecipando a corsi di formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro. Nei casi di violazioni gravi con conseguenze mortali o di inabilità permanente, l’INL potrà sospendere la patente fino a dodici mesi.

 

Alla luce delle nuove regole, il Modello Organizzativo previsto dal Dlgs. 231/2001 deve essere redatto in conformità all’articolo 30 del Dlgs. 81/2008. Questo modello deve rispondere a requisiti fondamentali per poter beneficiare dell’efficacia esimente prevista dal Dlgs. 231 anche per i reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose derivanti dalla violazione delle norme antinfortunistiche.

 

Requisiti del Modello 231

– Conformità all’art. 30 del Dlgs. 81/2008: Il modello deve definire ruoli e comportamenti aziendali specifici e individuare protocolli diretti alla prevenzione dei reati in materia antinfortunistica.
– Adattamento alla realtà aziendale: Il modello deve essere idoneo alla realtà specifica dell’azienda e applicabile concretamente nel tempo.
– Protocolli di prevenzione: Implementazione di protocolli sempre più diretti alla prevenzione dei reati, soprattutto quelli antinfortunistici.

 

Le imprese devono adeguarsi alle novità legislative, adottando un’attività preventiva di compliance che identifichi e risolva eventuali disallineamenti normativi. La responsabilità degli enti è definita come una responsabilità da colpa di organizzazione, caratterizzata dal malfunzionamento della struttura organizzativa che dovrebbe prevenire la commissione di reati mediante adeguati modelli.

 

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