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Stipendi pubblici pignorabili sopra i 2.500 euro per chi ha debiti fiscali: le nuove disposizioni dal 2026

 

A partire dal 1° gennaio 2026, per i dipendenti pubblici con debiti fiscali non saldati di almeno 5.000 euro, scatterà una nuova misura di pignorabilità sugli stipendi superiori ai 2.500 euro. La norma, inclusa nel disegno di legge di bilancio 2025, amplia l’ambito di applicazione dell’articolo 48-bis del Dpr 602/1973, introducendo un obbligo di segnalazione per gli enti pubblici ogniqualvolta debbano effettuare un pagamento superiore a questa soglia. Vediamo nel dettaglio come funzionerà la procedura e quali saranno i limiti di pignorabilità applicabili.

Nuova soglia per la segnalazione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione

In base alle nuove disposizioni, ogni ente pubblico che intende effettuare un pagamento di stipendio o indennità superiore a 2.500 euro dovrà verificare tramite il sistema informativo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) se il beneficiario ha debiti scaduti pari o superiori a 5.000 euro. Attualmente, tale verifica è richiesta solo per pagamenti superiori a 5.000 euro, ma la nuova normativa riduce la soglia esclusivamente per i compensi legati al rapporto di lavoro.

Se il controllo evidenzia un debito fiscale in capo al beneficiario, l’ente pubblico è tenuto a sospendere il pagamento, in parte o in toto, per un massimo di 60 giorni. Durante questo periodo, l’Ader può avviare il pignoramento presso terzi, secondo quanto stabilito dall’articolo 72-bis del Dpr 602/1973. In caso contrario, se il pignoramento non viene attivato, l’importo viene erogato per intero al lavoratore.

Limiti alla pignorabilità degli stipendi

Quando scatta il pignoramento, sono previsti dei limiti di prelievo che variano in base all’importo della retribuzione. L’articolo 72-ter del Dpr 602/1973 stabilisce:

  • Stipendi tra 2.500 e 5.000 euro: pignoramento limitato a un settimo dell’importo.
  • Stipendi superiori a 5.000 euro: si applicano le regole generali del Codice di procedura civile, che prevedono una quota massima pignorabile pari a un quinto della retribuzione.

Esempio pratico

Immaginiamo un lavoratore pubblico con uno stipendio di 3.000 euro e un debito scaduto di 4.500 euro. In questo caso, l’ente pubblico effettua la segnalazione all’Ader, ma poiché il debito è inferiore alla soglia dei 5.000 euro, l’importo dello stipendio non viene sospeso, e il lavoratore riceve l’intero ammontare.

Se invece il debito supera i 5.000 euro, la segnalazione comporta la sospensione parziale del pagamento per consentire l’attivazione del pignoramento, con i limiti sopra descritti. Questi meccanismi sono pensati per garantire che solo una parte proporzionata dello stipendio possa essere prelevata per il pagamento dei debiti fiscali, proteggendo la sostenibilità economica del lavoratore.

 

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