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Stop definitivo alla cessione dei crediti: cosa cambia per imprese e contribuenti

 

Nell’ultima riunione del consiglio dei ministri, è stato presentato a sorpresa un nuovo decreto-legge che impatta significativamente il panorama fiscale italiano, segnando il termine della cessione dei crediti d’imposta e introducendo misure severe contro le frodi. L’intervento, descritto come urgente dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, mira a sanare le vulnerabilità finanziarie dello Stato accentuate negli ultimi anni, ponendo fine a pratiche che hanno generato conseguenze negative per la finanza pubblica e per l’economia del Paese.

 

Il decreto colpisce una vasta gamma di incentivi e sconti fiscali, tra cui quelli legati ai noti Superbonus, e introduce regole più stringenti sulle cessioni dei crediti d’imposta. Questa mossa segna un netto distacco dalle politiche precedenti, orientate verso la stimolazione economica tramite agevolazioni fiscali, e si pone come obiettivo la riduzione degli usi fraudolenti che hanno messo a dura prova i conti pubblici.

 

La comunicazione preventiva

Viene prevista una comunicazione preventiva, ha spiegato Giorgetti in conferenza stampa, «in modo da avere un monitoraggio preventivo al momento in cui le fatture vengono caricate sulla piattaforma dell’agenzia delle Entrate». L’omessa trasmissione di tali informazioni, se relativa agli interventi già avviati, determina l’applicazione di una sanzione amministrativa di euro 10.000, mentre per i nuovi interventi è prevista la decadenza dall’agevolazione fiscale.

 

La limitazione alle compensazioni

Si dispone la sospensione fino a concorrenza di quanto dovuto dell’utilizzabilità dei crediti di imposta inerenti i bonus edilizi in presenza di iscrizioni a ruolo o carichi affidati agli agenti della riscossione relativi imposte erariali nonché ad atti emessi dalle Entrate.

 

Impatto sulle imprese e sul settore edilizio

Particolarmente colpito è il settore delle imprese, che vedrà la cancellazione di sconti fiscali e di cessioni del credito legati agli investimenti, compresi quelli per la Transizione 4.0. Anche il settore edilizio subisce un colpo duro con il blocco delle cessioni di crediti per lavori di ristrutturazione, inclusi quelli ancora previsti per le aree terremotate, le Onlus e le RSA.

 

Misure contro la frode e sanzioni

Il decreto introduce un regime di responsabilità solidale che coinvolge banche e società acquisitrici di crediti, le quali dovranno affrontare sanzioni in caso di concorso in violazioni. Inoltre, per le imprese che beneficiano di crediti da investimenti innovativi, verrà richiesta una comunicazione preventiva, pena sanzioni significative o la perdita del beneficio fiscale.

 

Implicazioni per i contribuenti e la finanza pubblica

I contribuenti con debiti erariali accertati dovranno saldare le proprie pendenze prima di poter usufruire delle agevolazioni, una misura che si aggiunge alla già critica situazione di chi sperava negli incentivi per alleggerire il proprio carico fiscale. Queste azioni, pur essenziali per sanare le finanze pubbliche, potrebbero generare malcontento e agitazione, soprattutto nelle zone più fragili economicamente.

 

Limiti alla circolazione dell’Ace

Il decreto legge interviene anche sull’Ace, incentivo che il decreto attuativo della delega fiscale in tema di Irpef e Ires (Dlgs 216/2023) ha abolito a partire dal 2024. Come ha riferito ancora il ministro «c’è anche la limitazione alla cessione del credito Ace perché abbiamo cominciato a notare un utilizzo fraudolento della medesima».

Nel dettaglio, si riduce a una la possibilità di cessione, estendendo la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione, nonché ampliando i controlli preventivi in materia di operazioni sospette.

 

Prospettive Future

Il ministro Giorgetti sottolinea l’importanza di queste misure per prevenire ulteriori “sorprese negative” che potrebbero compromettere la stabilità finanziaria dell’Italia. L’obiettivo è quello di garantire una crescita sostenibile, riducendo il rapporto debito/PIL e mettendo a freno le pratiche speculative che hanno finora appesantito i bilanci pubblici.

 

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