In questo scenario, il collegio sindacale deve ovviamente continuare a svolgere la sua funzione di controllo sull’osservanza della legge e a effettuare le consuete verifiche periodiche, anche in vista dell’emissione della relazione sul bilancio. Essendo quindi compito del collegio sindacale la vigilanza sul rispetto delle previsioni di legge, dovrà anche attivarsi per verificare il rispetto delle prescrizioni imposte dai Dpcm.
L’organo di controllo dovrà innanzitutto verificare che la società si sia attenuta a quanto previsto dal Dpcm del 22 marzo, che ha identificato le attività produttive essenziali, per le quali non è stata prevista la chiusura.
Il collegio sindacale richiederà all’organo amministrativo rassicurazioni circa la conformità rispetto a quanto definito dal «Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro» in tema di sicurezza sul lavoro, facendo ricorso, ove possibile, allo smart working per taluni dipendenti e collaboratori, alla definizione dei criteri di ingresso in azienda (con controllo della temperatura), alle modalità di accesso dei fornitori esterni, alla sanificazione, alle precauzioni igieniche, al distanziamento, all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, alla gestione delle aree comuni, all’organizzazione dei turni. Il collegio acquisirà quindi idonea documentazione a supporto di questi aspetti e ne darà evidenza già nella relazione sul bilancio. È bene che della predisposizione di queste misure il consiglio di amministrazione dia informazione in un’apposita riunione o quantomeno in una seduta del collegio sindacale, cui sarà invitato a partecipare anche colui che, nell’ambito delle deleghe attribuite, è titolato a relazionare in argomento.
Nel caso in cui invece l’attività della società non risulti essere tra quelle definite essenziali, il collegio sindacale ha comunque il dovere di verificare che l’organo amministrativo abbia adempiuto in modo puntuale alla sospensione dell’attività e abbia per tempo effettuato le comunicazioni di chiusura degli uffici e dei punti vendita e programmato le opportune attività di sanificazione.
Altro aspetto critico che il collegio sindacale deve monitorare è la prospettiva della continuità aziendale. Non essendo nota l’entità e la durata delle ripercussioni economiche della pandemia, il going concern rischia di essere messo a dura prova e, proprio per questo, gli amministratori sono tenuti ad aggiornare le previsioni future sulla base della continua evoluzione del contesto.
Della circostanza che tale verifica sia stata effettuata, è bene che il collegio sindacale dia evidenza e quindi, effettuate le dovute verifiche, avvalendosi anche dell’operato del revisore, l’organo di controllo potrebbe darne atto nella relazione al bilancio con una frase del seguente tenore, che sarebbe opportuno condividere con il revisore: «Abbiamo verificato che gli amministratori hanno effettuato, sulla base delle evidenze attualmente disponibili e degli scenari allo stato configurabili, un’analisi degli impatti correnti e potenziali futuri del Covid-19 sull’attività economica, sulla situazione finanziaria e sui risultati economici della società; abbiamo in particolare verificato che hanno aggiornato la loro valutazione della sussistenza del presupposto della continuità aziendale. Abbiamo verificato, alla luce di tale analisi, l’informativa di bilancio con particolare riferimento alla continuità aziendale, in relazione alla quale non vengono evidenziate situazioni d’incertezza».
Il revisore, laddove ritenga l’informativa sull’emergenza Covid-19 adeguata, ma anche fondamentale, potrà farne oggetto di informativa come indicato nel principio Isa Italia 706.