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L’accordo di ristrutturazione non deve avere natura liquidatoria

 

La recente approvazione della norma da parte della Camera, che limita l’omologazione forzosa della transazione fiscale e contributiva nell’accordo di ristrutturazione dei debiti, rappresenta un importante sviluppo nelle procedure di ristrutturazione aziendale in Italia. Questa norma pone limiti specifici al cosiddetto “cram down fiscale” retroattivo e stabilisce criteri chiari che devono essere soddisfatti affinché la transazione possa essere omologata dal tribunale senza l’adesione del Fisco e degli enti previdenziali.

I principali requisiti per l’omologazione della transazione fiscale e contributiva sono i seguenti:

  1. Convenienza per i creditori pubblici rispetto alla liquidazione giudiziale: La transazione deve essere conveniente per i creditori pubblici rispetto alla liquidazione giudiziale dell’azienda. In altre parole, deve essere dimostrato che l’accordo di ristrutturazione offra un vantaggio economico maggiore rispetto alla procedura di liquidazione legale dell’azienda.
  2. Percentuali dei crediti oggetto dell’accordo: Affinché la transazione possa essere omologata, il piano di risanamento deve raggiungere determinate percentuali dei crediti oggetto dell’accordo. Queste percentuali sono fissate al 60% o al 30% dei crediti, a seconda dei casi.
  3. Natura non liquidatoria del piano di risanamento: Un requisito fondamentale è che il piano di risanamento non abbia natura liquidatoria. Ciò significa che l’obiettivo principale del piano non dovrebbe essere la liquidazione dell’azienda, ma piuttosto il suo rilancio e la sua continuità operativa.
  4. Soddisfacimento dei crediti tributari e contributivi: Nel piano di risanamento, è richiesto che il soddisfacimento dei crediti tributari e contributivi sia almeno pari a una determinata percentuale. Questa percentuale non è specificata nell’informazione fornita, ma rappresenta un importante criterio per l’omologazione.

 

L’obiettivo di questa norma è quello di bilanciare la necessità di consentire alle imprese in difficoltà di ristrutturarsi e rimanere operative con la protezione degli interessi dei creditori pubblici, compresi il Fisco e gli enti previdenziali. La norma offre un quadro più chiaro e restrittivo per l’omologazione delle transazioni fiscali e contributive nell’ambito degli accordi di ristrutturazione dei debiti, al fine di garantire che tali accordi siano equi ed equilibrati per tutte le parti coinvolte.

 

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